RIFIUTI
Classificazione dei Rifiuti
La classificazione di un rifiuto è un passaggio indispensabile e fondamentale, gli effetti si ripercuotono su tutte le successive fasi della gestione di un rifiuto (compresi gli adempimenti amministrativi che devono essere eseguiti in tema di contabilità e tracciabilità dei rifiuti).
Caratterizzazione
Per poter classificare un rifiuto occorre caratterizzarlo, ovvero determinare le sue caratteristiche attraverso le analisi di laboratorio e la raccolta di tutte le informazioni relative al processo che lo generano, le materie prime utilizzate e/o le sostanze con cui è venuto a contatto e le relative schede di sicurezza.
- Idrocarburi
- Metalli
- Solventi
- Acido perfluorottano sulfonato (PFOS)
- Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
- Potere Calorifico (PCI e PCS)
- Diossine
- Inquinanti Organici Persistenti (POPS)
- Amianto
- Policlorobifenili (PCB)
Destinazione Finale
Caratterizzare un rifiuto è essenziale non solo per inquadrare e individuare una corretta gestione del rifiuto, ma anche per l’attribuzione delle eventuali caratteristiche di pericolo nel caso di rifiuti pericolosi e per verificare l’idoneità dell’impianto finale di recupero o di smaltimento, come definito dal D.M. 5/2/98 e successive modifiche e dal D. Lgs 121/2020.
- Test di Cessione per Recupero Ambientale (D.M. 5/2/98)
- Test di Cessione per l'ammissione in discarica (D. Lgs 121/2020)
Classificazione
Una volta caratterizzato il rifiuto viene effettuata la classificazione sulla base dei criteri definiti da:
- Regolamento UE 1357/2014 (in cui sono elencate le caratteristiche di pericolo dei rifiuti)
- Decisione 995/2014 (in cui è contenuto l’elenco dei rifiuti)
- Regolamento UE 1272/2008 e successive modifiche (in cui è contenuta la classificazione e l’etichettatura delle sostanze e delle miscele).